Ricorderemo alcune perle, in questa quindicesima edizione del concorso musicale “Scrivere in Jazz”, organizzato con crescente cura e partecipazione globale dall’associazione musicale Blue Note Orchestra di Sassari (ABNO www.abno.com) che hanno dato valore aggiunto al calibro esclusivo dei brani in concorso e ai tre finalisti premiati al termine di due straordinarie serate sinfoniche.
Rese tali oltre che dalle esecuzioni magistrali della big band più longeva d’Europa, da due direzioni impeccabili del Maestro Mario Raja, accompagnato nella serata conclusiva (venerdì quattordici settembre) al teatro comunale di Sassari dalla tromba di Paolo Fresu.
Al trombettista berchiddese più noto al mondo era dedicata la terza sezione del concorso. Il premio per il miglior arrangiamento di uno, fra una dozzina circa di produzioni originali di Fresu inserite nel bando di gara, è stato assegnato al compositore canadese Gregory Runions, arrangiatore d’eccezione per il brano “Inno alla vita”.
La giuria, una selezione fra i migliori jazzisti italiani, inclusi il Maestro Gabriele Comeglio, presidente di giuria, oltre lo stesso Paolo Fresu e Mario Raja con il compositore Michele Corcella e il pianista Marco Tiso; ha assegnato il premio per la sezione a tema libero all’autore britannico Thomas Haines, vincitore con il brano “A Tal Tale”.
L’unico vincitore italiano in gara, nella sezione dedicata alla tradizione della musica etnica sarda sul canto autoctono, è stato il giovane Lorenzo Agnifili da Terni, arrangiatore del “Miserere”.
Proprio la spontanea gratificazione di Agnifili è una delle perle su citate che sì è manifestata con la sua prima dichiarazione sul palco appena ricevuto l’attestazione vincente con un premio da duemila euro: “…fra i tanti concorsi ai quali ho partecipato, questo è stato l’unico con una grande ospitalità, cena e viaggio compresi !”.
Tante le note sublimi nel grande concerto conclusivo del venerdì sera “OJS PLAYS PAOLO FRESU” realizzato con gli arrangiamenti di Luigi Giannatempo.
Nei dialoghi familiari e vivaci scambiati tra Fresu e Raja, vorremmo ricordare altre pillole di saggezza e felicità.
La prima riguarda la “semplicità” affermata da Fresu come condizione essenziale per portare avanti la musica e le composizioni dei giovani talenti in un mondo sempre più complicato e ostile in tutti settori, non escluso quello dell’arte e della cultura.
Ancora un richiamo forte ed efficace sui valori irrinunciabili della famiglia e dell’identità autoctona dell’isola, incise in alcune dediche del musicista al figlioletto Andrea presente in platea e alla moglie Sonia. Insieme al ricordo sempre nitido per l’amato padre, lavoratore in campagna, maestro di vita con tanti gesti quotidiani ripresi in alcuni splendide esecuzioni nella tromba del figlio.
E ancora un aneddoto del direttore d’orchestra della serata, il sassofonista Mario Raja. Il quale riavvolgendo un seducente nastro mnemonico d’amarcord raccontava del giovane trombettista sardo che muoveva i primi grandi passi nella sua orchestra jazz. Nella crescita imponente dell’agenda di concerti in giro per il mondo che ingaggiavano il talento di Berchidda un altro musicista impegnato nelle prove del sodalizio musicale, aveva esclamato: “.così non si può ! Diventa un lavoro !”
La narrazione gioiosa quasi fanciullesca di questi memoriali declina la forza della musica, quella vera fatta di talento, fatica e spartiti che riunisce sul palco di Sassari e in una platea più ampia e globale, la voglia di stare insieme con la musica, i suoi grandi protagonisti e il pubblico, sempre appassionato e rinnovato nelle generazioni.
OJS con il suo presidente Gavino Mele, la brava e puntuale Rachele Falchi, tutti gli amici musicisti e l’insieme dei sostenitori che camminano insieme in quest’avvincente percorso da circa trent’anni, aggiornano l’appuntamento al prossimo dicembre con i tradizionali Concerti Aperitivi domenicali che precedono il Natale.