“Ho avuto modo di apprezzare Domenico Lucano per i progetti di accoglienza e integrazione che ha portato avanti nel piccolo comune di cui è sindaco. L’esperienza della comunità multietnica di Riace è stata presentata come modello di sviluppo in sedi internazionali, e ha ricevuto consensi nel mondo delle istituzioni e del sociale.
Sulle presunte irregolarità amministrative non voglio esprimermi perché saranno giudicate in altre sedi – continua il sindaco -. Non posso che mostrarmi sorpreso e augurarmi che presto la magistratura faccia chiarezza. A Domenico Lucano, che si è sempre definito sindaco militante, missionario della politica, va la mia solidarietà di primo cittadino di un comune che promuove l’integrazione e l’accoglienza”.
La nota di solidarietà del sindaco di Sassari Nicola Sanna, diramata nella serata del due ottobre, al termine di un’ennesima lunga giornata mediatica animata dalle notizie di cronaca giudiziaria in arrivo dalla Locride, si aggiunge alle tante e contrapposte posizioni sul clamoroso provvedimento adottato dai magistrati calabresi nei confronti del sindaco di Riace.
Colpisce questo comunicato per qualche immediata sensazione che può suscitare anche al lettore meno attento o informato sulla vicenda. Probabilmente può apparire come una risposta spontanea all’interrogativo, alquanto sopra le righe, in linea con il noto stile, lanciato nella mattinata dal Ministro degli Interni, curioso di conoscere le “risposte dei buonisti” capeggiati da Roberto Saviano in merito all’arresto del sindaco ribelle.
Altra interpretazione potrebbe pescare nel gioco facile della comunicazione istituzionale o politica che sia, di “cavalcare” emotività contrapposte in una fase politica amministrativa cittadina a dir poco delicata a pochi mesi dal voto amministrativo, in una campagna elettorale già iniziata o probabilmente mai terminata.
Il dato oggettivo, a prescindere dalle vicinanze o distanze politiche, è l’iniziativa di un sindaco nei confronti di un collega alle prese con delle emergenze comuni a tanti luoghi e territori italiani. Rese esasperate nel mezzogiorno d’Italia, isole comprese, in particolari territori soffocati dal degrado della povertà, della criminalità organizzata, dell’avanzata degenerante dello spopolamento e del crescente tasso di denatalità.
Il passo di Nicola Sanna, in una regione e nella stessa provincia sassarese dove la gestione dell’accoglienza ai migranti certamente non ha prodotto attese lungimiranti né standard d’integrazione accettabili (nonostante esempi di unioni virtuose presenti a Sassari come la consulta degli immigrati, sostenuta da circa un migliaio di cittadini stranieri), anticipa eventuali altri amministratori o associazioni istituzionali di genere, pensiamo all’ANCI, o movimenti politici vicini all’azione amministrativa locale, come il neonato partito guidato dal sindaco di Parma Pizzarotti. Posizioni che non debbano acuire le divisioni fra le avverse fazioni in campo, amplificate da un sistema mediatico nazionale che non aiuta la ricerca di una coesione nazionale, prima ancora di un’eventuale integrazione con il diverso, avversato e recepito come irregolare quando non criminale.
La notizia dell’arresto di Domenico Luciano desta sconcerto già leggendo alcune citazioni stralciate dalle motivazioni comunicate dagli inquirenti promotori dell’azione giudiziaria. Cade a un anno esatto dalla sua iscrizione nel registro degli indagati per presunte irregolarità nella gestione dei fondi Sprar attinenti l’accoglienza degli immigrati nel comune riacese. Un’indagine avviata pochi giorni dopo la presentazione del libro scritto da Tiziana Barillà “Mimì Capatosta” (Fandango editore), realizzata con lo stesso Lucano a Roma alla Camera dei Deputati.
Chi scrive ha avuto il piacere di conoscere la giornalista scrittrice cofondatrice de https://www.ilsalto.net/ e di riflesso la vita e l’opera del tre volte sindaco Mimmo Lucano, raccontata nello stesso volume ( http://www.networknews24.it/2017/10/28/mimi-capatosta-lutopia-della-normalita/ )
Oggi nel giorno in cui le testate giornalistiche di tutta Italia puntano titoli e riflettori su Riace, (dove erano e cosa scrivevano, quando molto tempo prima si erano interessate al “modello Riace” autorevoli media internazionali, non si sa…) ci chiediamo quanti cittadini italiani abbiano conosciuto la realtà di Riace, vari lustri dopo il rinvenimento dei famosi bronzi e soprattutto in quanti abbiano saputo chi sia e cosa abbia fatto durante la sua vita questo Lucano, dall’aspetto burbero e taciturno.
Si consuma oggi una rassegna stampa, che a prescindere dal rumore e dal clamore inevitabile che l’argomento comporta, in alcuni casi fa il suo mestiere (informare) e tenta di chiarire piuttosto che confondere. Segnalare qui collegamenti relativi ad alcuni articoli o testimonianze sul caso, comporterà l’iscrizione nei “buonisti” furbetti come lo stesso sindaco ribelle o chi gli dichiara solidarietà (il collega sassarese e tutta la schiera dei cattocomunisti, pidioti di convenienza e così via) rispetto ai “sovranisti” di destra, razzisti e patrioti.
https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2018/10/02/domenico-lucano-arresto
Nel rispetto della convivenza civile, il problema di fondo appare ancora riavvicinare i concetti di legalità e funzionamento dello Stato alla giustizia sociale, intesa non come un’utopia o un paradigma astratto, piuttosto un terreno comune, fruibile dalla pluralità e dall’incontro delle minoranze. Questo è l’impegno più duro prima degli slogan e delle demagogie.