“Si dovete ricominciare tutto da capo. Lo so, è un compito faticoso ma è anche una meravigliosa opportunità. Non dite che siete troppo vecchi per farlo. Non è mai tardi per fiorire. Il sole sorge ogni giorno. E così farete voi.”
Il prologo del libro Vendicatevi fiorendo scritto da Flavia Dragani, in libreria dallo scorso settembre per i caratteri di Alise Editore, apre scenari diversi sui dolorosi percorsi di resilienza nella crescita post traumatica affrontata dalle vittime di abusi psichici.
Un fenomeno diffuso e complesso dalle dinamiche gravi, nuove, poco conosciute o affrontate con strumenti e modalità non sempre adeguate.
L’argomento è stato affrontato in un incontro dedicato lo scorso tre gennaio presso la Tenuta Li Lioni di Porto Torres, grazie alla presentazione del saggio su citato con la presenza dell’autrice. Organizzato dall’associazione A.G.D’H.O.S (Ass. Governanti Hotel Sardegna https://www.facebook.com/Agdhos/ ), la conferenza ha chiuso una rassegna d’incontri “passare oltre”, dedicati alla tutela delle pari opportunità nelle relazioni umane, in particolare ai conflitti e agli abusi di genere che caratterizzano la vita di coppia nella nostra società contemporanea.
Il libro si apre con un’avvertenza importante che anticipa la prefazione. Una dichiarazione di non responsabilità che rileva l’obiettivo della lettura come una summa di contributi, esperienze e condivisioni partecipate attraverso le piattaforme digitali (attiva su facebook la pagina https://www.facebook.com/guariredallabusonascosto/?), che non sostituisce un percorso di recupero individuale con un terapeuta.
Sono tre le prefazioni di altrettanti psicoterapeuti che motivano, dal personale osservatorio professionale, la lettura del saggio.
Shannon Thomas è autrice del best seller “Guarire dall’abuso nascosto” tradotto in Italia dalla stessa Dragani per edizioni Eternity nel marzo 2018.
Zaccheo Pirani è lo psicoterapeuta che ha accompagnato la Dragani nel percorso di riabilitazione.
Stefania Motta è amica della scrittrice. Ognuno di loro incoraggia il lettore alla conoscenza di un fenomeno che relega troppe vittime in situazioni d’indicibile dolore e prostrazione psicofisica.
La discussione, nella suggestiva location specializzata nella ristorazione biologica, immersa nel verde, si avvia poco dopo le diciassette con l’introduzione di Eliana Loi, presidente A.G.D’H.O.S. di fronte ad una platea di diverse decine di persone con una maggioranza bulgara femminile. Tracciato il profilo abusante del narcisista (colui affetto da un disturbo di personalità appartenente a un gruppo di soggetti ben specifico, identificabile a livello clinico con il cluster B), Flavia Dragani chiarisce un aspetto dirimente.
Seppure il libro e la maggioranza dei casi descrivano lo scenario tipico dove l’uomo è il narcisista abusante e, la donna, la vittima da recuperare, i ruoli sono assolutamente intercambiabili e non riferiti in via esclusiva al rapporto di coppia di genere diverso.
Eliana Loi e Cristina Barletta leggono alcuni brani tratti dal libro.
Si rivelano e approfondiscono le tre fasi salienti del legame tossico. La prima l’idealizzazione (“love bombing”), un preludio di attese e promesse da libro dei sogni, ovviamente incompiute.
La seconda, la svalutazione (il principio della “rana bollita”), la svolta di costante e crescente deprezzamento che precede la definitiva e più dolorosa terza: lo scarto.
Gli effetti di quest’ultima possono essere racchiusi nell’eloquente citazione dello scrittore svedese Hakan Nesser: “purtroppo dobbiamo essere consapevoli che per tante persone la vita finisce molto prima che muoiono.” L’attenzione e la partecipazione in sala è intensa.
Tanti gli interventi che denotano casistiche e dinamiche importanti. Chi scrive è chiamato a moderarli. Sarebbero necessari più incontri. La domanda di conoscenza è ampia.
Così l’esperienza dei gruppi di ascolto nati a Bologna con la scrittrice e accreditati presso il locale servizio sanitario regionale, è un modello da replicare sui territori. Quelli del mezzogiorno d’Italia (isole comprese) scontano i casi più diffusi.
Commozione e non solo quando emerge il disagio narcisista in ambito familiare nel rapporto genitore figlio.
Senza trascurare le simbiosi da dipendenza in ambito lavorativo o nei rapporti d’apparente amicizia che tramutano in oscure derive patologiche.
Le vie di uscita non sono semplici né praticabili in via autonoma dalla vittima. I cui tempi di consapevolezza non sono sempre definibili rispetto alla possibilità di reagire in modo coerente.
Nel dibattito emerge la necessità di ricorrere all’aiuto di un terapeuta per affrontare dolore e prostrazione e attraversare il deserto del ritorno alla normalità. Che, secondo i casi, può impegnare tempi notevolmente lunghi. D’altra parte la scelta di uno specialista adeguato in grado di conoscere disagi, non sempre noti e davvero subdoli è altro elemento critico. Lo dimostra una coltre nebulosa di silenzi su questi fenomeni. Ricchi in Italia di vuoti legislativi e istituzionali oltre che della dovuta attenzione anche dalla parte dei media. Puntualmente presenti anche con mezzi e forme invasive quando l’evento tragico di cronaca ha già consumato il corso tragico e mortale e l’onda emotiva dello sdegno volatile vale share o visibilità virtuale. Proprio i canali virali e le piattaforme del social network sono spesso il brodo di coltura dei narcisisti nell’incessante collezione di nuove prede.
Il libro della Dragani che, nell’appropriata definizione di Zaccheo Pirani, costituisce una ”secchiata d’acqua che ti sveglia..” si chiude con una bibliografia essenziale di libri .
La lettura di questi è consigliata con lo stesso spirito per intraprendere la rinascita. Fa i titoli segnalati, non solo quello già citato in apertura della Shannon Thomas. Fra le autrici Cinzia Mammoliti è la prima ad averne trattato il fenomeno in Italia, nel 2012, a livello scientifico con “I serial killer dell’anima” (edizioni Sonda). Una breccia luminosa impressa nel cuore e nelle menti delle centinaia di cittadine turritane che sul finire dell’agosto 2018 ebbero l’opportunità d’incontrarla grazie alle iniziative A.G.D’H.O.S (https://www.laltraribalta.it/2018/09/06/la-violenza-che-non-si-vede-passare-oltre/ .)
Prima del congedo con un prolungato e affettuoso firma copie della scrittrice, la Loi annuncia l’avvio da parte dell’amministrazione comunale locale di uno sportello di accoglienza del centro di vittimologia dell’Aou (azienda ospedaliera universitaria Sassari) per offrire un supporto alle vittime di abusi di ogni genere.
Una goccia d’acqua pura rispetto alla domanda, nel tormento quotidiano per tanti cittadini.
Alcuni dei quali potranno fare loro l’auspicio stampato sui messaggi distribuiti a tutti i partecipanti. “Verranno Natali migliori e pieni d’amore. Non sono tutti narcisisti a questo mondo”.