“Quartet ha il pregio di saper parlare del passare del tempo, della terza età, degli acciacchi del corpo e della mente, che caratterizzano l’ultima fase della vita, con delicata ironia.
Un commosso e divertente omaggio alla passione di chi ha dedicato la vita alla musica, alla bellezza e al teatro che rivela quante gioiose sorprese può riservare il “limbo” della nostra vita.”.
Cochi Ponzoni Giuseppe Pambieri
Le note di regia di Patrick Rossi Gastaldi racchiudono al meglio il messaggio colto nella rappresentazione della commedia diretta dallo stesso attore regista ligure, andata in scena al teatro comunale di Sassari lo scorso ventinove gennaio nel terzo appuntamento della stagione invernale di prosa organizzata dalla Cedac.
Quartet, commedia in due atti mette in scena la Bis Tremila – Compagnia Molière in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi 2018.
La vicenda ambientata in Italia si svolge interamente in una casa di riposo che ospita in via esclusiva ex artisti, cantanti d’opera lirica caduti in disgrazia o nella più bieca solitudine.
Nell’unico ambiente (l’essenziale scenografia è curata da Fabiana Di Marco) dominato da un fondale che incombe con delle sbarre e incupisce il perenne stato detentivo dei ricoverati, evolve la fase terminale della vita dei protagonisti.
Nella fattispecie un terzetto di arzilli anziani che trascorre le giornate ricordando i giorni gloriosi vissuti sui principali palchi del mondo, illuminati dai riflettori e scaldati dagli applausi di tutte le platee internazionali.
Ciascuno di loro nell’avanzata senilità ostenta evidenti stati patologici seppure contenuti in un ambiente familiare e vigilato dalle minime maestranze del nosocomio.
Il tranquillo ménage geriatrico è improvvisamente turbato dall’arrivo di un nuovo ingresso che completa il quartetto con un avvio al fulmicotone.
Giulia è una grande star del passato lirico, un tenore con la quale Rudy è stato infelicemente sposato. La coppia che scoppia intratterrà con l’altra una serie di situazioni sofferte ed esilaranti per giungere a un nuovo stupefacente progetto.
Cantare nuovamente insieme il Rigoletto di Giuseppe Verdi in occasione dell’anniversario della nascita del grande musicista emiliano, diviene la sfida di una nuova vita.
Una rinascita catartica per i quattro ottuagenari non priva di allegorie e colpi di scena.
La fiction non potrebbe vivere spiragli geniali corroborati da gag e sospesi commoventi se non poggiasse sulla magistrale interpretazione di un indiscusso poker d’assi della ribalta teatrale italiana.
Giuseppe Pambieri e Paola Quattrini (gli ex coniugi ritrovati) con Cochi Ponzoni e Erica Blanc mettono in campo una prosa della migliore scuola del Novecento, senza risparmiarsi, ognuno da par suo, con una partecipazione fisica e generosa ai personaggi incarnati sul palco.
La renitenza a riconoscere la vecchiaia, il proprio decadimento fisico con le distanze sempre maggiori fra le aspettative psicofisiche vissute nella giovane età dei tempi d’oro e la realtà di una salute precaria, anticamera del temuto passaggio verso l’ignoto è il dilemma con il quale fare i conti. La tenerezza solidale che avvolge come un manto leggero, i protagonisti in scena, copre, quasi cancella, ogni sentimento di acredine e rivalità, invidia o avarizia conosciuti nel culmine delle carriere trascorse.
Il coup de théâtre finale consegna quel gioco teatrale drammaturgico che è il sale della vita. Capace di far ridere, pensare, emozionare.
Il pubblico apprezza con un’ovazione finale lunghissima.
L’abbraccio del Quartet continua con molti spettatori nel foyer, pazienti nell’attesa dopo due ore abbondanti di spettacolo.
La giovinezza d’animo degli attori traspira nelle energie ancora disponibili nel commiato spontaneo. Continua con un generoso bagno di folla che non lesina decine di selfie e autografi nonostante l’ora tarda.
Il prossimo appuntamento a Sassari con la rassegna di prosa è il sette febbraio.
In scena La casa di famiglia. Sul palco un’altra quaterna di grandi attori con la regia diretta da Augusto Fornari.
