Una splendida mattinata, riscaldata da una temperatura semi estiva, illumina la Riviera del Corallo in tutti i luoghi della città catalana. Con gli edifici che riflettono oltre il previsto i raggi di un sole granitico di fine ottobre.
Anche le mura bianche del penitenziario di Alghero sembrano brillare dai raggi più ampi, sull’insolita schiera di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni che stazionano ai varchi blindati d’accesso all’antico carcere cittadino, intorno alle dieci del ventisei ottobre.
L’occasione è di quelle importanti, da ricordare, non con il semplice taglio di un nastro tricolore.
La sperimentazione di un modello unico nazionale che coinvolge gli studenti del polo Universitario Penitenziario turritano, integrando in rete gli istituti di pena di Alghero, Nuoro, Sassari e Tempio Pausania;
è uno spartiacque epocale nel cammino riabilitativo dei soggetti reclusi.
In queste galleria fotografica, oltre l’importanza dell’evento riepilogato nel comunicato stampa istituzionale dell’ateneo (https://www.uniss.it/uniss-comunica/unisspress/il-polo-universitario-penitenziario-di-uniss-fa-scuola), segnaliamo alcuni passaggi salienti di questa cerimonia.
“Dare valore e contenuto nel campo della pena secondo il dettato dell’articolo 27 della Costituzione. Una speranza di vita con il carcere della speranza.”
Un passaggio alto nel saluto del dott. Maurizio Veneziano, rappresentante il PRAP, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Sardegna.
“Il carcere al passo coi tempi.” Grazie ad ampie “sinergie istituzionali con risorse esterne aggiuntive per la comunicazione”. L’auspicio di Massimo Parisi, Direttore generale del personale e delle risorse del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), si estende a coniugare le dovute esigenze di sicurezza dell’amministrazione penitenziaria con quelle di ogni detenuto.
Una persona da restituire alla società. Che, come qualsiasi altro cittadino, possa studiare. Nell’intento di eliminare ogni discrasia fra “esterno e interno”.
Una cura particolare per le fasce deboli, gli ultimi, presenti in percentuali consistenti nel nostro territorio, ha caratterizzato sin dalla sua campagna elettorale per l’elezione a Rettore d’Ateneo, l’azione del prof. Gavino Mariotti.
Il Magnifico Rettore ha ribadito questa decisiva policy con la volontà dell’Ateneo, un “ente di servizio”, capace di essere vicino a tutte le disabilità: fisiche ma anche economiche.
La sequenza degli interventi, anticipata dal saluto della direttrice Elisa Milanesi, è stata condivisa in rete con le cinque aule didattiche dei quattro istituti penitenziari del nord Sardegna, impegnate dagli studenti iscritti.
Una circostanza emozionante, vissuta nella biblioteca – teatro Fabrizio De Andrè del carcere algherese, anche da Mons. Mauro Maria Morfino, Vescovo della Diocesi di Alghero Bosa.
Una bellissima giornata che avvia buone pratiche nell’ambito della didattica universitaria applicata dal Polo Universitario Penitenziario di Sassari (https://www.uniss.it/polo-penitenziario) diretto al prof. Emmanuele Farris.
Il docente ha trasferito in sala un ragionato ottimismo suffragato da numeri e percentuali di adesioni al progetto a dir poco incoraggianti.
Con una importante dedizione di uno staff dedicato di colleghi, forte di una quindicina di docenti provenienti da sette dipartimenti diversi, sui dieci disponibili in ateneo e venti unità amministrative.
Un accorato resoconto di un percorso complesso e duraturo che ha dovuto attraversare e subire il duro lockdown pandemico. Rappresentato nella migliore sintesi scientifica nel report (https://oaj.fupress.net/index.php/formare/libraryFiles/downloadPublic/56),
redatto dallo stesso Farris insieme alla collega Luisa Pandolfi, ricercatrice di Pedagogia sperimentale presso l’ateneo sassarese.
Quella dell’ultimo martedì algherese di un ottobre illuminato dal sole è un incontro importante delle istituzioni con una comunità di soggetti reclusi che sono prima di tutto esseri umani.
Le testimonianze offerte da due detenuti studenti sono illuminanti.
In questi giorni nelle sale cinematografiche italiane (comprese quelle del nord Sardegna) è proiettato lo splendido docufilm di Leonardo Di Costanzo, Aria ferma, realizzato anche con il supporto di Sardegna Film Commission.
Una straordinaria distopica assurdità può realizzarsi.
L’irrinunciabile comune consapevolezza di Umanità.
Una naturale condizione che, oltre la giusta certezza ed espiazione della pena, possa coltivare l’adeguata opportunità di redenzione.