“Certo, lo avevo concordato coi suoi avvocati: mi avrebbe raccontato tutto. A chi aveva consegnato il miliardo di lire portato a Botteghe Oscure, chi erano i giornalisti prezzolati, chi i beneficiari della tangente Enimont da centocinquanta miliardi, messa al sicuro tra i rivoli dello Ior. Se lo avessi arrestato il giorno prima, come avevo pensato di fare e non avessi promesso ai suoi avvocati di farlo arrivare in procura coi suoi stessi piedi, sarebbe ancora vivo.”
Il passaggio citato evoca la rilettura di una reazione importante in uno dei non pochi giorni drammatici nella storia recente della nostra Repubblica. L’esternazione del magistrato inquirente Antonio Di Pietro, accorso il 23 luglio 1993 nella dimora milanese di Raul Gardini, poche ore dopo la sua tragica scomparsa è un vulnus in un possente caso narrativo di recente pubblicazione.
“L’ultima notte di Raul Gardini”, in uscita da poche settimane per i tipi di CHIARELETTERE, è l’ultima fatica letteraria di Gianluca Barbera.
Il giornalista, scrittore emiliano, classe 1965, adotta una riuscita versione letteraria.
Combinata fra trame e personaggi di fantasia, integrati con un raffinato incastro noir, nelle vicende di cronaca giudiziaria che coinvolsero l’impero industriale costruito dalle famiglie Ferruzzi – Gardini.
Fatti inclusi in quel girone infernale dantesco dei primi anni Novanta . Rimasti indelebili nell’immaginario comune grazie ai due termini essenziali e confliggenti che ne richiamano l’enorme cloud di riferimento: Tangentopoli – Mani Pulite.
L’ipotesi del suicidio, rilasciata dalle indagini degli inquirenti, per la morte di Gardini (analogamente ad altri personaggi di quell’epoca, richiamati anche in questa storia) lascia molti dubbi a Marco Rocca, giornalista d’inchiesta protagonista del romanzo.
Nel suo lavoro, per la stesura di un saggio sui Ferruzzi, inizierà un percorso investigativo alla ricerca di elementi e testimonianze inedite. Figlio d’arte, con un cognome ingombrante per la sua personalità indipendente. Repellente a ogni forma di convenzione e compromesso nelle relazioni umane, Rocca è un battitore libero. Con importanti prezzi da scontare nella sua vita privata. Penalizzata da uno stato di salute non propriamente stabile. Al pari di una situazione sentimentale complicata che fa il paio con la precaria autonomia nel sostentamento economico. Il complesso viaggio intrapreso dal giornalista nel comporre un reportage diverso da quelli più o meno noti, è costellato da circostanze anomale. Che diventano inquietanti con l’alternanza di testimoni (reali) intervistati, strettamente legati da vincoli parentali e professionali a Raul Gardini. I racconti resi in quest’incontri, ben raffigurati nei contrastanti o reticenti umori personali, aprono finestre su affascinanti esplorazioni del secolo scorso.
Narrazioni sulla fantastica iperbole tracciata dal pioniere dei cereali Serafino Ferruzzi. Accompagnato in una avvincente epopea che ricorda tratti salgariani, dal rampante, scelto genero, Gardini. Una ricostruzione efficace in una ribalta affollata di molti politici, raramente statisti. Troppo spesso fagocitati dalle brame di faccendieri e squali. Espressione quantistica della sequela di esponenti passati al vaglio di una magistratura in trincea. Tramandata nel ricordo dei posteri nel mito manicheo del pool milanese. Iperattivo al tribunale di Milano.
“Aspetta ! Torniamo al caso Enimont. Gardini vuole diventare leader nel settore energetico ma non ha i soldi. La guerra con l’Eni lo sta dissanguando. Enichem è un’azienda pubblica al collasso, anche perché lì sono stati parcheggiati centinaia di politici trombati, uomini di fiducia dei politici, eccetera. Ma anche i conti della Ferruzzi sono disastrosi.”
Quest’altro passaggio tratto da un dialogo fra il Rocca protagonista e il suo fratello, funzionario in carriera negli apparati di polizia, costituisce un tratto di continuità storica non eccepibile.
Rispetto a ricadute dirette su dossier economici non risolti. Semmai peggiorati in più realtà industriali e aziendali ereditate da scelte e prassi descritte in questo romanzo.
La valenza di questo romanzo non risiede nella pretesa (vana) di riscrivere la storia della così detta Prima – Seconda o Terza Repubblica o di importanti casi giudiziari non adeguatamente risolti.
Le ipotesi suggerite al lettore con visioni immaginate, oltre la sequenza reale di vittime scomparse per cause non sempre convincenti, terminano con un approdo oggettivo.
Coerente alle sentenze processuali con i titoli di coda. L’aderenza contemporanea è quanto mai plausibile. Non in quota marginale per l’emergenza (anche economica, energetica) del conflitto scoppiato in Ucraina con l’invasione dell’armata russa. Quanto per la dicotomia non risolta fra Stato e Impresa, Politica e Economia.
Con disequilibri importanti in territori del Paese disagiati, quando non saccheggiati.
Quest’ultima appendice estranea all’ottimo lavoro di Barbera, è uno stralcio tratto dal verbale del consiglio comunale di Porto Torres, tenutosi a sessione aperta nel teatro comunale di Sassari lo scorso 14 marzo 2022:
“Visto che l’ambizioso progetto della chimica verde consentirebbe non solo di salvaguardare i livelli occupativi, diretti e dell’indotto, ma anche di creare nuovi posti di lavoro. Appurato che l’area industriale di Porto Torres possiede i requisiti tecnici e logistici che consentono di ultimare il progetto attuando azioni concrete per il superamento dell’uso dei derivati dal petrolio a favore di nuove soluzioni e prodotti biodegradabili. Vagliato che il Nord della Sardegna può riassumere un ruolo chiave nei nuovi mercati delle materie biodegradabili, settore in evidente costante crescita e che rappresenta una esemplificazione perfetta della circolarità.
Valutato che il progetto può realmente incidere nel profondo del sistema produttivo attraverso l’integrazione di filiera corta con il settore agricolo e forestale soprattutto grazie all’avanzamento della tecnologia della coltivazione fuori suolo, che consentirebbe di produrre in Sardegna l’intero fabbisogno di materie prime, quali le bio-masse e gli oli vegetali… Tutto ciò premesso…
considerata l’attuale situazione politica ed economica internazionale, tenendo presente che in questo particolare momento le scelte per il futuro diventano fondamentali nelle strategie di sviluppo del paese, valutato inoltre che il concentramento delle attività industriali potrebbe rendere più fragile ed esposta l’economia nazionale, appare quanto mai indispensabile dare corso ad una nuova fase attraverso il riavvio degli investimenti per mezzo di un’intesa che potrà scaturire attraverso un impegno straordinario del Governo e della Presidenza del Consiglio, della Regione Autonoma della Sardegna e di ENI per dare un impulso definitivo a quanto contenuto nel Protocollo sulla Chimica Verde siglato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 26 maggio 2011.”
Se sei lustri non sono bastati per convertire politiche industriali sostenibili. Unitamente a riforme serie sul fronte della giustizia, a un reale rinascimento culturale che ricostruisca l’intero tessuto sociale del Paese, si possono approfondire e apprezzare con più gusto libri di questa portata. Buona lettura.