“Si chiama ma-tu-ri-tà. Quella condizione adulta che innerva il governo delle azioni e ti rende capace di scegliere senza sensi di colpa. Di qua o di là, senza voltarti.”
La citazione sopra ricordata è un estratto di un articolato ragionamento, distinto in più sezioni, avanzato come prologo alla inedita vicenda. Vissuta e narrata, dall’avvocato Vincenzo Malinconico.
Il popolare procuratore, poco legale, molto sensibile, creato dalla penna di Diego De Silva, è alle prese con una rinnovata fase del suo percorso terreno.
“Sono felice, dove ho sbagliato?” è il suo ultimo romanzo.
Distribuito in libreria, da poche settimane, per i caratteri di Einaudi, è già un caso editoriale.
Il titolo, manco a dirlo, evoca una nuova fase esistenziale di Vincenzo Malinconico. Apparentemente capace di sdoganare un noto vissuto conflittuale con la propria storia di vita quotidiana.
In quest’ultimo caso, Malinconico, lasciata alle spalle una salita davvero ostica, metabolizzata in un testo luminoso, nel buio pesto della quarantena globale da pandemia
(https://www.laltraribalta.it/2020/08/21/i-valori-che-contano-diego-de-silva-inaugura-a-tempio-il-festival-mintua/), appare decisamente consapevole.
Maggiormente distaccato da quel groviglio di pene sentimentali o più banalmente relazionali, vissute in precedenza con un travaglio dominante.
L’incipit che introduce la sequenza dei fatti è un’articolata classificazione di quell’ampio campionario di umanità. Inevitabilmente coinvolto in relazioni di coppia complicate, quando non segnate da tormenti irreversibili.
Gli impantanati, secondo l’accademica presentazione dell’autore, piuttosto lezioso nei panegirici del noto Malinconico, occupano le prime otto pagine del libro.
Per una prefazione, distinta in quattro punti.
Una nutrita selezione di questi campioni con il gancio di Veronica, determinata compagna dell’avvocato (in perenne auto analisi), chiederà una consulenza per un patrocinio legale.
Obiettivo dichiarato, una class action per il risarcimento danni, patito per le aspettative di annunciati progetti di coppia, stabilmente bloccati nella fase embrionale delle buone intenzioni.
Una serie di necessari preliminari porterà a realizzare l’incontro con Malinconico, il suo indissolubile socio, titolare dello studio legale, Benny Lacalamita, con l’originale gruppo di ascolto.
Non poteva che essere un teatro, il luogo migliore, per abbozzare una speciale istruttoria con i potenziali assistiti.
L’impianto narrativo evolverà, grazie allo sguardo distaccato e sarcastico del più risoluto Vincenzo, in situazioni a dir poco esilaranti. Frutto di rocambolesche scene, corredate da vivaci contumelie e tragicomiche sorprese, degne della brillante prosa vaudeville.
È come, passato un guado insidioso, il nostro Malinconico, rallegrato dall’imminente prima investitura da “nonno”, scrutasse – con un non celato velo di soddisfazione – le reiterate serie di umane fragilità. Che travolgono in maniera diversa tutti i protagonisti della storia.
Come d’altronde avviene nella vita media di ogni lettore.
Pronto a scompisciarsi in grasse risate dal retrogusto agrodolce.
La prossima trasposizione televisiva dei romanzi di Diego De Silva, realizzata per le reti RAI, vedrà il bizzarro legale campano interpretato dall’attore napoletano Massimiliano Gallo.
Una nuova sfida per il nostro avvocato delle pene amorose.
Scrittore sapiente con la penna del sorriso.