“Porto Torres può vivere di questo…” – L’affermazione di Bruno Billeci, Soprintendente della Soprintendenza Archeologica belle arti e paesaggio per le province di Nuoro e Sassari, dà contezza delle potenzialità emergenti. Tutte da sviluppare quelle relative al patrimonio archeologico, paesaggistico, storico, ambientale che insistono nel territorio comunale turritano.
Reale opportunità di ricchezza, nel pieno significato del termine, non solo per l’intero nord Sardegna.
L’occasione per le attese comunicazioni istituzionali è stata data dall’incontro riservato ai media, nella mattinata del tredici maggio presso la “Domus dei mosaici marini”, l’ultimo importante scavo archeologico di Turris Libisonis a Porto Torres.
L’interessante conferenza ricca di contenuti inediti di straordinaria portata, promossa dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Sardegna, ha offerto i risultati di questi primi quattro mesi di lavoro.
La cifra emergente della splendida mattinata nella “Colonia Iulia Turris Libisonis”, illuminata da un sole estivo nel cielo terso e azzurro, è la coralità d’intenti.
Espressa da un pool interdisciplinare di alte competenze. Una equipe rappresentata da vari professionisti di enti pubblici e privati. Impegnata, secondo le singole responsabilità e mansioni, nel conseguire l’obbiettivo comune.
Consegnare alla comunità locale la bellezza di un tesoro dal valore ancora non percepito. Renderlo fruibile in un tempo ragionevolmente sostenibile all’intera comunità internazionale. Secondo le opportune promozioni e comunicazioni che potranno seguire.
La sensazione di una potenziale svolta storica nel comparto archeologico con gli ultimi rinvenimenti – inediti scenari risalenti al terzo secolo dopo Cristo – si è subito colta nel saluto di Patricia Olivo, Segretaria regionale del Ministero della Cultura per la Sardegna.
Una opportunità, probabilmente irripetibile, considerata la contingente fase storica conseguente alle iniziative europee nel post pandemia, caratterizzata dalla disponibilità di spesa per le risorse del programma pluriennale PNRR.
L’ipotesi annunciata dallo stesso Billeci, di godere di un ulteriore importante capitolo di spesa annuale, dedicato esclusivamente al comparto archeologico turritano ha incontrato la naturale, favorevole sponda dell’amministrazione municipale.
In totale sintonia con gli esponenti ministeriali regionali, il sindaco Massimo Mulas.
Rappresentante la comunità cittadina e la giunta esecutiva di governo. Insieme alla vice sindaca Simona Fois con il presidente del consiglio comunale Franco Satta.
Quest’ultimo, interlocutore privilegiato con le strutture amministrative dei beni culturali, grazie alla sua lunga carriera professionale proprio negli uffici cittadini della soprintendenza.
Il primo cittadino turritano nel saluto agli ospiti ha confermato la piena adesione del consiglio e della giunta comunale nel supportare l’articolato progetto avviato.
Con una serie di iniziative in collaborazione con il Consorzio industriale ASI per mettere in sicurezza idrogeologica l’area antistante l’intera zona museale.
Restituendo finalmente luce e dignità, anche con rinnovate soluzioni alla viabilità, al gioiello storico architettonico del Ponte Romano.
La parte più interessante e ammaliante della mattinata si è realizzata con il sopralluogo al cantiere oggetto dello scavo.
La dottoressa Gabriella Gasperetti, funzionaria archeologa (MiC), responsabile nella progettazione e direzione scientifica insieme con Alessandra La Fragola, archeologa, consulente nell’assistenza scientifica, le relatrici avvicendatesi nella speciale visita guidata.
Narrazioni puntuali e affascinanti, contestualizzate all’epoca vissuta dalla comunità del complesso scoperto. Riferibile secondo gli studi e i campionamenti dei reperti prelevati, ad un periodo storico compreso fra il III° e gli inizi del V° secolo d.c.
Maggiori dettagli sono fruibili al portale istituzionale
Tutti gli spostamenti con gli addetti ai lavori e la nutrita rappresentanza di giornalisti e operatori tv, si sono svolti con il supporto e l’assistenza dei tecnici della ditta Piacenti s.p.a. di Prato, incaricata dei lavori e della gestione del relativo cantiere.
Impossibile citare tutti i componenti che a vario titolo cooperano nel progetto e hanno contribuito a illustrare al meglio lo stato dell’arte dei lavori in corso d’opera.
Da ricordare in ogni caso la presentazione di monili e altri reperti ritrovati, offerta dalla funzionaria restauratrice conservatrice Alessandra Carrieri, impiegata al centro restauro RAS di Li Punti a Sassari.
Insieme alla dottoressa Barbara Mascia, ufficio promozione e comunicazione, presso il Segretariato Regionale MiC per la Sardegna che ha mediato e coordinato le varie comunicazioni.
Gli scenari luminosi prospettati l’altra mattina rappresentano evidentemente una proiezione di un modello virtuoso di sviluppo sostenibile, pensato e discusso da vari lustri.
L’attuazione di là da venire fornisce ipotesi suggestive. La probabilità che le ipotesi rimangano tali, è latente. Lo stesso Billeci, nella prolusione sopra citata, ne fa ammenda col triste censimento degli uffici delle soprintendenze, chiusi (“estinti”), nei centri periferici.
Per un incredibile mancato turn over del personale ministeriale.
Di qui l’esigenza di porre in essere tutte le possibili azioni alternative per superare anche i tempi non sostenibili o peggio, le omissioni delle amministrazioni centrali.
L’importanza dei contenuti in campo (veri “tesori in vasi di creta” – il caso di ribadirlo) non ammette ulteriori ritardi o improvvisazioni.
Esistono in loco profili e professionalità provvisti dei requisiti necessari per la realizzazione in tempi adeguati, sotto l’egida della competente direzione museale regionale, di una adeguata accoglienza dei potenziali flussi turistici.
In un sistema integrato che custodisca nel modo opportuno, gli ambienti, i mosaici e tutto il patrimonio artistico emerso con l’avanzata dei lavori.
Senza dimenticare la straordinaria ubicazione dei siti, prospicienti l’area portuale.
Con un banale esempio, prima di arrivare agli scali aeroportuali di Alghero, Olbia e Cagliari; prima di concertare l’auspicato ripristino del traffico crocieristico nello scalo marittimo turritano, basta solo ricordarsi delle principali compagnie marittime nazionali ed europee che scalano tutto l’anno su Porto Torres.
Con una forte concentrazione nella stagione estiva.
Vettori marittimi già attrezzati con collaudate campagne di comunicazione a veicolare oltre i passeggeri e le merci, le eccellenze storico culturali del territorio turritano.
Ma questa è ancora un’altra storia.