E’ la grande bellezza signori! Emozioni che solo il Canto, la Musica riescono a realizzare in un’atmosfera unica. Empatia solidale che unisce e avvolge tutti i presenti in un manto impalpabile di unanime benessere.
L’esterno è fuori dalle mura della splendida basilica. Le guerre, le ansie, le paure legate a troppe incertezze del post pandemia, il clima tossico di tante diseguaglianze in un Paese in balia di una crisi sociale senza precedenti. Alle prese con una campagna elettorale a dir poco grottesca. Tutto questo e quant’altro si dissolve in quel luogo dove l’afflato della melodia rinsalda ogni solitudine.
Ogni ipocrisia, ogni competizione e rivalità si dissolvono. Ogni timore di regalare un sorriso a uno sguardo diverso che lo incrocia, si scioglie sulla stessa sintonia.
Fuori no. Riprenderà la normale indifferenza, il retorico chiacchiericcio per rientrare a casa. Magari per un’altra strada.
Le due ore dell’ultima serata, domenica quattro settembre, hanno offerto un incanto sinfonico nella Basilica di San Gavino, per l’epilogo del Festival.
La settantunesima edizione del festival dei cori polifonici Voci d’Europa
si è chiusa a Porto Torres fra le ovazioni del caloroso pubblico in una cornice di entusiasmo che compensa tanti sforzi e una dedizione unica degli organizzatori.
La manifestazione protesa sempre più all’incontro, alle aperture con l’esterno, all’idea di un viaggio permanente nel nostro umano peregrinare ha espresso questi intenti in due particolari concerti. Realizzatisi insieme ai passeggeri in procinto di navigare nei rientri post vacanza.
E in traversata marittima, accompagnando i turisti sul quartiere turritano più grande e poco abitato del Parco dell’Asinara.
Non entro nel merito degli spettacoli offerti dai Cori ospiti. Tutti meravigliosi.
Mi rimarrà impressa la visione di un giovanissimo corista dei Piccoli Cantori di Torino nella seconda serata del festival in scena nella cattedrale turritana. Affranto (consolato e incoraggiato da più adulti nell’atrio all’esterno della chiesa) dopo la sua prova. Sbagliata in qualche nota, secondo la sua autovalutazione. Certamente se ne sarà accorto solo lui. Ma la delusione per il suo rigore disatteso nell’esecuzione, esternato nelle sue lacrime, è una immagine bella e importante. Come importante e decisivo il lavoro del direttore artistico di questi splendidi ragazzi piemontesi, il Maestro Carlo Pavese.
Emozionatosi anche lui nella serata finale, quando ricevendo i consueti omaggi, ha ricordato la sua prima partecipazione al Festival nel 1999.
Sulla stessa sintonia la vice sindaca di Porto Torres Simona Fois. Che ha ricordato (anche lei da corista) l’artefice di tutta questa opera meravigliosa, il fondatore del Coro Polifonico Turritano don Antonio Sanna.
Nel novero delle ottime iniziative assunte dagli instancabili organizzatori c’è la ripresa in video delle bellissime serate del festival.
Documenti irrinunciabili che ci auguriamo potranno essere veicolati su più media tematici per favorire e sostenere le prossime edizioni di questa preziosa manifestazione.
Patrimonio di tutti i Popoli in tutte le epoche. Ancora più in questa nostra contemporanea divisa da guerre assurde.
Di seguito una piccola visitazione in pillole di alcuni appuntamenti di questa edizione 2022.
Sostenuta dagli enti istituzionali (Fondazione di Sardegna – Regione Sardegna – Camera di Commercio di Sassari – Amministrazioni municipali dei comuni coinvolti) ma anche da importanti soggetti imprenditoriali nazionali e del territorio.
Alla prossima edizione.