L’informazione e le identità di genere. L’osservatorio a Sassari con l’Ordine dei giornalisti.

“L’orgoglio e i pregiudizi, informazione rispettosa delle persone LGBTQ+”.

Il seminario, realizzatosi nel pomeriggio del ventitré maggio presso la sala conferenze nella sede centrale de “La Nuova Sardegna”, a Sassari , ha caratterizzato una sessione molto partecipata, nell’ambito della formazione continua, organizzata dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna. All’evento, moderato da Vannalisa Manca (Odg Sardegna), hanno contribuito l’ateneo sassarese con il Corso di laurea in Comunicazione pubblica e professioni nell’ambito del “Maggio della comunicazione”; l’Associazione noiDonne 2005; docenti del dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università di Cagliari, il Movimento Omosessuale Sardo, GIULIA giornaliste  

Francesco Birocchi – Vannalisa Manca

Un focus di straordinaria valenza nella deontologia dei professionisti dell’informazione e della comunicazione.

Un target ricorrente in un dibattito costruttivo. Necessario di adeguati e continui aggiornamenti.

Lo ha ricordato il presidente Odg Sardegna, in apertura dei lavori. Francesco Birocchi nei saluti iniziali ha accostato il titolo della conferenza a quello del noto romanzo scritto da Jane Austen, pubblicato per la prima volta nel 1813.

Illuminante l’intervento di Daniela Scano (caporedattrice La Nuova Sardegna):

“In 35 anni di professione ne ho viste tante con colleghi/e che hanno attraversato un’era. Questi temi sono entrati dentro di noi. Li abbiamo fatti nostri con discussioni e litigi. E’ grazie all’impegno e al sacrificio di pochi se oggi sono qui.” – Un contributo asciutto, scevro da inutile retorica senza alcuno sconto per appartenenza alla categoria. –

Grazia Daniela Scano – Vannalisa Manca

La conclusione conferma la necessità di un confronto continuo su questi temi: “La deontologia si può imporre, il rispetto no. Siamo qui per imparare un po’ di rispetto.”

L’introduzione della giornalista “padrona di casa” è stata anticipata dai saluti di Romina Deriu, Presidente del Corso di laurea in Comunicazione pubblica e Professioni dell’informazione.

“Abitare le parole che abbiano un senso.” – La connessione fra pensiero e parola ha caratterizzato il contributo della docente sassarese.

Romina Deriu – Vannalisa Manca

Confermati i dati sconcertanti che vedono l’Italia agli ultimi posti fra i paesi U.E. (al pari di Bulgaria o Lituania) circa l’adozione di un’adeguata educazione sessuale e affettiva nella formazione dei ragazzi nelle scuole.

La sessione di studio ha offerto una efficace visione d’insieme ai numerosi giornalisti presenti in sala. Circa la pluralità dei soggetti in campo, nei diversi ambiti di competenza, presenti in Sardegna. Attivi con una evidente sinergia di rete nel comune presidio sui fenomeni riguardanti ogni tipo di discriminazione riferita alle identità di genere.

L’azione corale operativa sull’isola, è stata illustrata nell’introduzione di Maria Francesca Fantato, rappresentante l’associazione Noidonne 2005, principale sostenitrice di questo evento formativo.

Maria Francesca Fantato – Vannalisa Manca

Le esperienze degli ultimi anni, descritte dalla Fantato con il supporto della grafica digitale, attestano che solo un lavoro collettivo consente di raggiungere obiettivi di lunga durata.

Azioni che, coordinate sotto l’egida dell’UNARUfficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali A Difesa delle Differenze –attivato dal Dipartimento per le Pari Opportunità, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, diventano politiche ordinarie.

Tramite una fortissima alleanza.

Maria Francesca Fantato

Di spessore scientifico le relazioni centrali proposte da Francesco Serri e Diego Lasio, ricercatori presso il Dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia dell’Università di Cagliari.

“La possibilità di condividere delle parole è essenziale” nella premessa di Serri.

Francesco Serri – Diego Lasio

La relazione dei ricercatori pone in via prioritaria la necessità di sgombrare il campo  dai molti dubbi circa la definizione dei termini basilari. Necessario fornire risposte chiare sul tema dell’identità. Su cosa si sostanzia questa parola.

Il tema appare divisivo nelle scienze sociali. Condizionato evidentemente da un “paradigma di tipo individualista che occulta la dimensione sociale”.

In questo scenario insiste il potere dell’egemonia culturale: il problema del silenzio.

 Ovvero il silenziamento che diviene la “strategia più potente di discriminazione”.

Pertanto la comunicazione è centrale nel senso di:

dare voce quando questa non c’è, quando vige il silenzio che è voce della cultura egemonica;

costruire significati non patologizzanti che partono dalle specificità, dalle diversità delle persone;

usare un linguaggio appropriato, rispettoso delle definizioni che le persone danno di se stesse.

Vige una diffusa disconoscenza sull’identità di genere  e le sue varianti. Una confusione persistente anche nei media che alimenta un lessico scorretto o poco chiaro nell’opinione pubblica.

Diego Lasio affronta una puntuale panoramica sulle varianti nell’identità di genere, sul cosìdetto spettro delle identità trans.

La relazione dei docenti UniCa

Antonella Brianda per GIULIA giornaliste, contestualizza gli interventi precedenti nella necessità di nuovi linguaggi posti al di fuori dei solchi già tracciati.

Antonella Brianda

La difficoltà di combattere gli stereotipi

(vedi anche: http://www.networknews24.it/2023/04/26/un-giorno-allimprovviso-racconti-delle-donne-al-tempo-del-covid/) sconta l’acuirsi dei linguaggi violenti sul web,

I gay tornano nel mirino degli odiatori virali. Con particolare enfasi in alcuni luoghi italiani più intolleranti di altri. In questa pessima graduatoria omofoba risultano ai primi posti il Veneto, la Calabria e la città di Bari.

Riferendosi alla narrazione dei media riguardante il tragico caso di cronaca realizzatosi nel settembre 2020 nell’hinterland napoletano, costata la vita di una giovanissima“rea” di vivere una relazione sentimentale con una sua coetanea – la relatrice ha evidenziato le lacune persistenti nelle cronache di molti colleghi e colleghe.   

Antonella Brianda

L’intervento conclusivo della serata è a cura di Massimo Mele, esponente del Mos (Movimento Omosessuale Sardo).

Dalla puntuale panoramica sulla genesi del Movimento, le attività hanno riscontrato una svolta positiva sin dal 2011.  Ricordando i servizi offerti grazie ad alcune specifiche competenze applicate nei gruppi scuola (counselling, prevenzione al bullismo, formazione), Mele ha confermato la necessità d’individuare acronimi e termini adeguati da usare nell’informazione. 

Massimo Mele

Se il libero percorso per affermare se stessi, negli anni Ottanta era impossibile, lo stesso percorso, dopo quaranta anni, rimane ancora accidentato.

Il riferimento a un dibattito politico, contaminato da contrapposizioni dure, rappresentate da espressioni fuorvianti (“utero in affitto” – “famiglia tradizionale “), poco inclini a dialoghi costruttivi, non è casuale.      

La consegna condivisibile, al netto delle diverse sensibilità e formazioni culturali, è l’importanza di replicare iniziative del genere.  E’ il caso di ribadirlo.

Relazione docenti UniCa

Soprattutto convergere con rinnovato impegno sul valore e  la pratica di quel “rispetto” opportunamente evocato.

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