“Son tranquillo e sereno perché so che mi aiuteranno tanti altri e io son pronto…”
La chiosa di Francesco De Muro è rassicurante, non cela l’emozione contingente.
Nella cifra di una personalità autorevole, formatasi nel segno di una grande umiltà e consapevolezza. Stella polare di tutto il suo luminoso percorso.
L’occasione di un incontro molto sentito dai toni intimi e familiari nella sua Porto Torres, si è data nella tarda mattinata dell’undici agosto.
Una piccola cerimonia informale svoltasi nell’aula consiliare del comune turritano.
Riuscendo a trovare uno spazio utile nell’agenda mondiale dell’artista turritano, profittando di alcuni giorni di vacanza a casa, soprattutto della sua disponibilità e generosità nel ritrovare gli amici d’infanzia.
I fratelli Domenico e Alberto Bazzoni, noti B-Brothers, hanno voluto offrire una targa ricordo per celebrare i recenti successi internazionali ottenuti dal tenore concittadino.
L’idea del riconoscimento è venuta ai fratelli Bazzoni dopo la trionfale esibizione di Demuro alla festa nazionale francese, lo scorso 14 luglio sotto la Torre Eiffel.
L’amministrazione comunale ha sposato l’iniziativa, per condividere con il tenore l’abbraccio di tutto il mondo artistico turritano.
L’accorato saluto del sindaco Massimo Mulas, emozionato da par suo, nel ringraziare il concittadino – che rappresenta la comunità turritana in ogni ribalta mondiale del pianeta – ha anticipato le note di De Muro.
Un racconto intenso e partecipato, a tratti commovente, nel quale il tenore ha condiviso i tratti salienti della sua straordinaria carriera musicale.
Sin dai primi passi, praticamente bambino, calcati nel “fumoso circolo di mamma”, dove si era avviato straordinario cantadore nel canto popolare sardo.
Le estenuanti serate macinando chilometri in tutta l’isola con il “canto a chiterra”.
Sino alla svolta nei primi anni del duemila con l’esordio nell’opera lirica né Il Trovatore al Teatro Verdi di Sassari, nel coro dell’Associazione Corale Luigi Canepa.
Gli studi: prima al Conservatorio di Sassari, poi a quello di Cagliari, dove ebbe maestra di canto Elisabetta Scano.
Il grande esordio a Parma, al Teatro Regio nel 2007, nel ruolo di Rodolfo nella Luisa Miller di Verdi.
Le struggenti condivisioni di Francesco non risparmiano i momenti più critici, quando forte si affacciava la tentazione di lasciare: “stavo attraversando l’oceano ma non sapevo nuotare, una cosa pazzesca. Ma lei (la moglie – ndr) mi disse di continuare, di non lasciare. Andavo ogni mese a Decimomannu. Poi è passato un treno, su quel treno ci sono saltato…”
De Muro non si è risparmiato nel rispondere alle domande degli amministratori comunali intervenuti: tanta la curiosità di conoscere aneddoti, segreti nel come raggiungere rapidamente livelli performanti straordinari nel conoscere il proprio talento musicale: il dono di una voce davvero rara nel proscenio mondiale dell’opera lirica.
La consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti rimane la dote migliore del cantante.
“Non è passato un giorno che non abbia intonato un canto” – afferma con un orgoglio semplice e genuino.
C’è ancora il tempo per soffermarsi sul grande patrimonio della canzone melodica italiana.
Dalla scuola dei grandi autori classici napoletani dell’Ottocento sino ai nomi più vicini e noti del Novecento. Con un ricordo affettuoso per Claudio Villa.
Francesco rimarrebbe ancora ore a raccontare sogni e progetti.
E’ ora di pranzo, ma prima del congedo, ricordando le recenti esibizioni in un esclusivo resort nel cuore del mediterraneo spagnolo, Francesco confida il suo desiderio più grande: condurre migliaia di turisti stranieri, rapiti dalla musica sinfonica, in una grande platea internazionale qui a Porto Torres.
Nella sua madre terra.
Dove un giorno, non lontanissimo, potrebbe non resistere alla tentazione di ricalcare quelle piazze dell’isola (a serio rischio di estinzione) con il ritorno alle origini nel suo canto popolare.
Indimenticabile primo amore di bambino.