Due grandi serate dal respiro internazionale illuminano l’edizione 2024 di “Scrivere in Jazz”.
Il concorso musicale organizzato dall’Associazione Blue Note Orchestra e Orchestra Jazz della Sardegna, con l’indispensabile sostegno del pool di enti istituzionali, diventa maggiorenne e stacca la diciottesima ricorrenza.
Potremmo già definirla storica, questa versione, consumatasi nelle due splendide serate, condotte da Rachele Falchi al Teatro Verdi di Sassari il dodici e tredici settembre.
Un lavoro complesso e importante per gli eccellenti maestri giurati chiamati a selezionare i nove finalisti della manifestazione, suddivisi nelle tre canoniche sezioni del bando 2024.
Che ha reso omaggio alla memoria del Maestro Giorgio Gaslini nel decennale della sua scomparsa. Al pianista compositore milanese, classe 1929, padre del jazz contemporaneo italiano, la manifestazione sassarese ha dedicato la sezione del bando dedicata agli arrangiamenti, per la voce di Francesca Corrias e orchestra, delle sue composizioni.
I tre brani relativi, ammessi alla finale: Millacamilla di Marco Borella, Gli Incatenati di Ferdinando Caiazzo e Daina di Markus Neuwirth; al pari degli altri sei brani, rispettivamente per le sezioni A e B, sono stati eseguiti nella prima serata del dodici settembre, dalla Orchestra Jazz della Sardegna.
Con la direzione di Gavino Mele e la voce di Francesca Corrias.
La prima serata ha vissuto un vibrante prologo con l’esibizione solista del Maestro Luigi Lai per sole launeddas.
Uno straordinario viaggio musicale condotto dal nonagenario musicista originario di San Vito con una brillante lucidità orale. Accompagnata da una struggente antologia musicale con le taumaturgiche canne. Custodite con la massima cura, estratte singolarmente, secondo le tonalità richieste del brano, da una magica valigetta scura.
Presentati la gran parte dei musicisti candidati, anche una selezione dei giurati, sale sul palco del Verdi a illustrare il loro particolare lavoro.
Gabriele Verdinelli ricorda le peculiarità delle tracce tematiche richieste nella prima sezione ispirata ai temi della tradizione sarda. Non ci sono musicisti isolani nella finale, a conferma della fattibilità non scontata della prova.
Mario Raja introduce la terzina di brani per i temi di libera composizione. La sezione più complicata, considerata l’assenza di tracce fissate nella richiesta di partecipazione.
Roberto Bonati esprime un personale ricordo più intimo e nitido nella vasta produzione di Giorgio Gaslini. Avendo condiviso con il pianista milanese gli ultimi venti anni della sua esperienza terrena.
La serata finale di venerdì, tredici settembre.
“Una fiaba sulla diversità, sulla discriminazione, sulla difficoltà ad accettare e farsi accettare quando si è “altro” contiene più attualità di quanto il suo secolo e mezzo circa di esistenza possa far pensare. Dev’essere anche per questo che certe storie restano nei racconti serali ai bimbi, nella memoria collettiva e, come accade qui, anche in progetti di riproposizione fuori dal contesto puramente letterario. Paolo Fresu, una delle anime più vitali del panorama culturale sardo (e non solo), nella preparazione dell’edizione 1997 del festival Time in Jazz di Berchidda ha pensato di far suonare questa fiaba all’Orchestra Jazz della Sardegna, su partiture e direzione di Giorgio Gaslini, affidando il canto a Maria Pia De Vito e la voce recitante a Benito Urgu. Ne è nato, come immaginate, un bello spettacolo, che ora viene proposto su CD con Massimiliano Medda che sostituisce Urgu in una interpretazione davvero simpatica e coinvolgente. La scrittura di Gaslini attraversa jazz afroamericano e cultura musicale europea, includendo elementi di commistione colto-popolare che fanno bene alla freschezza dell’ambientazione e interagiscono con la narrazione donando originalità al tutto. Anche Fresu collabora nel metter su una piccola opera jazz ben costruita che, col suo sapore “fuori mercato” e inconsueto, ci piace anche per questo.”
La recensione sopra riportata, postata il 6 marzo 2006 da Pier Luigi Zanzi (https://content.suono.it/recensione-musica/orchestra-jazz-della-sardegna-il-brutto-anatroccolo/)
ci introduce in modo adeguato alla frizzante atmosfera che avvia la seconda e conclusiva serata, con la proclamazione dei vincitori.
Sul palco con l’Orchestra, ampliata e arricchita per l’occasione da ulteriori eccellenze musicali del territorio – alla sezione archi partecipano anche Donatella Parodi e Marco Ligas; la sezione fiati è rafforzatacon il flauto di Tony Chessa – nell’adattamento originale di Enrico Pau e Aldo Tanchis, tratto dalla favola di Hans Christian Andersen, risalta la voce narrante di Massimiliano Medda.
La matrice brillante dell’anatroccolo, fatta persona nell’attore cagliaritano, è compensata dalla sua anima triste. Figura fatata dalle alterne emozioni nella voce potente di Francesca Corrias.
Splendida in tutto il concerto. Esemplare anche in un prolungato skat, supportato dal perfetto mood orchestrale.
L’epilogo della serata si consuma con la proclamazione dei tre vincitori nelle rispettive sezioni. Arrivano in ribalta tutti i giurati con il decano presidente, il Maestro Bruno Tommaso. Il compositoreromano, contrabbassista, direttore orchestrale, scrittore (https://www.laltraribalta.it/2021/12/16/la-musica-come-bene-comune-dialogare-col-jazz-nella-scuola-di-bruno-tommaso/), soprattutto mentore, padre putativo dell’Orchestra Jazz della Sardegna; non si sottrae alle domande della conduttrice Rachele Falchi.
L’assenza delle donne tra i finalisti è evidente. Bruno Tommaso esprime comunque segnali di realistico ottimismo. Ricordando una presenza importante di vocaliste e musiciste italiane – soprattutto nel contrabbasso – nello scenario jazzistico internazionale.
Alla consegna dei premi (anche un contributo economico di duemila euro per la sezione A; millecinquecento per le restanti due) ha partecipato la neo assessora comunale alle politiche culturali, Nicoletta Puggioni.
Per la sezione A dedicata alle composizioni basate o ispirate ai temi della musica etnica della Sardegna: Luigi Lai, si è aggiudicato il primo premio Tobias Hoffmann, con il brano “The Sheperd’s Mad Dance”.
Per la sezione B -composizione libere – il brano vincitore è stato “Luce” di Francesco Spinozza.
Per la sezione C – arrangiamenti dedicati, quest’anno alla musica di Giorgio Gaslini, è stato assegnato il primo premio a Marco Borella per il suo lavoro sull’opera “Millacamilla”.
Il consueto calore del pubblico ha suggellato le due serate di questa rassegna molto bella del diciottesimo anniversario. Premiante il lavoro di tutta la macchina associativa e organizzativa. Per una iniziativa di ricerca e qualità sempre più importante nel contesto internazionale.
Per la formazione di nuovi talenti musicali emergenti nello sviluppo di rinnovate forme di sperimentazione e contaminazione delle nuove frontiere musicali del Jazz.
Appuntamento a Sassari al 2026.