Investire risorse nella formazione artistica dei bambini per crescere il pubblico di domani e non lasciare nessuno indietro. A Cagliari una virtuosa sinergia fra la Rete del Teatro Massimo con Cassa Depositi e Prestiti.

Una iniziativa di matrice culturale che impegni risorse in una prospettiva di lunga durata. Una cosiddetta “scelta di campo” dagli esiti non riscontrabili in un lustro o semplicemente per la durata temporale di una qualsivoglia amministrazione politico istituzionale che possa rivendicarne i benefici. Questa semplice constatazione delinea la portata, a dir poco inedita, nelle politiche di sostenibilità sociale nazionale, assunta in un partenariato strategico avviato a Cagliari. Un esperimento autorevole, audace cantiere formativo per le nuove generazioni. Una importante scommessa per il futuro,  ingaggiata nel pieno di una avvilente decrescita demografica. Un’azione attivata dalle leve delle belle arti. Strumenti immateriali dalle importanti potenziali ambizioni. Per realizzare un concreto laboratorio di benessere economico per l’intero sistema paese, nell’arco temporale dei prossimi decenni. Per le auspicate ricadute positive di questo nuovo progetto, condividiamo il comunicato integrale della redazione cagliaritana che annuncia questa straordinaria notizia:

Cagliari Teatro Massimo. Fonte: pagina facebook

“Contribuire allo sviluppo del settore culturale ed educativo della città ponendo un’attenzione particolare alla formazione delle nuove generazioni. Questa la volontà che sottende alla nuova collaborazione tra la Rete del Teatro Massimo Cagliari – formata da CeDAC, Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna e Jazz in Sardegna – con Cassa Depositi e Prestiti (CDP), tra le principali istituzioni finanziarie del Paese.

Un’intesa volta autenticamente a sostenere le fasce più giovani, troppo spesso le più fragili, attraverso una serie di azioni disegnate su misura per il pubblico di domani: dagli incontri di musicoterapia per la primissima infanzia (0-6 anni) rivolti anche alle mamme o neomamme  (“Jazz con gli occhi di un bambino”), alle pratiche più innovative di inclusione sociale (spettacoli, audiolibri e podcast specifici per portatori di handicap); da una vasta programmazione di progettualità didattiche (Osservatori critici e Atelier di Alta Formazione Teatrale) ad immersioni laboratoriali ed esperienziali studiate appositamente per le scuole secondarie (“T-Challenge Battaglia Teatrale).                      

Una sfida che la Rete del Teatro Massimo, forte di questa nuova e importante collaborazione, intende portare avanti nei prossimi anni con sempre più slancio e determinazione, mettendo al centro dei molteplici cartelloni di prosa, danza, musica, circo, incontri letterari, l’individuo e la collettività. Una sfida che pur mirando alle sensibilità e alla formazione dei giovani non intende lasciare indietro nessuno, grazie anche a un ricco scambio di competenze che circuitano dentro e fuori il teatro, frutto di sinergie con università, associazioni, imprese, istituti penitenziari.

Oggi, con 60mila spettatori e tremila abbonati solo nella stagione 23/24, il Teatro Massimo è divenuto un presidio intellettuale vivo e sempre aperto, che dal cuore della città di Cagliari lavora per innescare e irradiare circuiti virtuosi all’interno del tessuto sociale, creando legami profondi grazie allo strumento potente dell’arte. Perché, come sottolineava l’indimenticato Bruno Barilli: “Quando in un teatro il loggione è vuoto, è segno che la città non ha cervello”.”

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