D’Avalos, l’oro di Procida. L’affascinante ricerca di Roberto Boni illumina un suggestivo viaggio storico. Una centralità politico culturale connette il golfo di Napoli con la storia d’Italia sino ai nostri giorni.

“…l’ultima principessa d’Avalos, Antonia Angela Nughes Serra (per tutti Donna Antonella), ha voluto essere sepolta in Pozzomaggiore (SS), sua terra d’origine.”

La citazione è stralciata in un passaggio alla pagina ottantanove di un prezioso saggio storico, un caso editoriale di indiscusso spessore formativo culturale. D’Avalos. Signori di Procida e Governatori di Ischia è il titolo del libro scritto da Roberto Boni, edito nella prima edizione lo scorso luglio 2024 per i caratteri di Kairos Edizioni. Un esordio editoriale per l’autore, già medico in servizio per quarant’anni presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli presso il dipartimento di medicina interna. Boni offre con un approccio scientifico, un panorama storico fruibile ad un’ampia platea di lettori. Appassionati della storia italiana o semplici curiosi nell’approfondimento delle vicende che nel corso degli ultimi secoli hanno costruito la storia del nostro Paese. Arricchendolo di paesaggi, beni artistici e culturali che ci hanno condotto con alterne fortune, secondo diverse dominazioni straniere, alla realtà dei nostri giorni.

 La particolare struttura modulare del volume, diviso in sei parti monografiche, suddivise in capitoli consente diverse modalità di lettura e consultazione.    

Alla pagina centoventi uno dei passaggi sul ruolo assunto dai protagonisti dell’articolata famiglia:                                                                                                                                                                                                   

“E’ nel XVI secolo che la famiglia dà il meglio di sé, nelle guerre contro la Francia. Dopo essere stato fatto prigioniero nella rotta di Ravenna, Ferrante d’Avalos si prende la sua rivincita guidando le truppe spagnole nella battaglia della Bicocca e nella presa di Genova, nel 1522, e soprattutto nella battaglia di Pavia.”      

La valenza iconografica arricchisce il testo denso di note che documentano la vasta rete di penetrazione del casato oggetto di studio. Un capillare sistema di vasi comunicanti umani capaci di costituire nel legame con Procida il fil rouge del racconto.   

“Grazie al lavoro di Roberto Boni, la saga dei d’Avalos diventa un prisma attraverso cui leggere la storia di Napoli, delle isole flegree e dell’intera Italia in un periodo di profondi rivolgimenti politici e culturali, i cui echi si propagano fino ai nostri giorni.”

Il passaggio nella prefazione di Sebastiano Cultrera associa anche la cifra urbanistica di Procida alla recente investitura del 2022 di Capitale Italiana della Cultura.  

Un legame forte quello dei D’Avalos espresso in un rapporto simbiotico con l’isola, si svela con una dovizia di fonti e citazioni nei tre capitoli dell’ultima parte del saggio. Forte di una ammaliante appendice circa la contesa pergamena di famiglia. Senza dimenticare l’efficace contributo di immagini accompagnate da esaustive didascalie che impreziosiscono l’intero volume.

Riproduzione di alcune immagini incluse nel libro.

Il sorprendente epilogo illuminato da alberi genealogici con una tabella dinastica, precedono una accurata bibliografia e accurati indici per i palati più esigenti. Una promettente aspettativa per uno straordinario viaggio storico.  

fonte: https://www.professionebancario.it/2025/03/01/davalos-loro-di-procida/

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