Mancano pochi minuti alle 22.30 nella sala stipata, Tutti i tavoli, ordinatamente occupati, i commensali sono al dessert quando i due ragazzi si apprestano, dal bancone bar, con un caffè da bere, a guadagnare il retro palco. Sembrano due studenti in ritardo alla prima ora di lezione.
Massimo Russino, direttore artistico di Jazzalguer, è già posizionato al leggio sul palco dello storico Poco Loco, in via Gramsci ad Alghero. Sta presentando gli ospiti della prima serata, l’undici aprile. La lettura dei loro straordinari palmares internazionali è ricca e articolata.

Chiamati. Entrano in ribalta. Eleonora Strino e Claudio Vignali.

La prima, sontuosa nel tailleur rosso scarlatto, pendant con l’originale chignon che governa la chioma mora, imbraccia una luccicante chitarra acustica. La farà cantare divinamente.
Il compagno di ventura indossa una camicia caraibica, siede al piano.
E’ l’inizio di un sogno in musica.
Eleonora, rinfresca il linguaggio chitarristico modern swing, lavorando finemente sulla sua forza espressiva. Dove la più solida tradizione della chitarra jazz trova una nuova interprete dalla musicalità innata. Gli artisti di cui si circonda sono una garanzia sia per il livello qualitativo raggiunto dalla Strino che per il suo bilanciamento tra modernità e tradizione: da Dado Moroni ad Alberto Marsico, Emanuele Cisi e il bassista Greg Cohen, fino a Claudio Vignali.

Napoletana, non può non ricordare la sua terra: “Da Bergamo alta, volevo scrivere un pezzo su un…vulcano che c’è in altura. Tutti hanno scritto sul Vesuvio, io ne dedico uno al Monte Nuovo…”.
Il viaggio sonoro parte con due brani tratti da “Matilde”, l’ultimo album di Eleonora:
“Neverland” e “Neapolitan six for Lage”.
Il feeling amicale con il pubblico nasce spontaneo ed evolve naturalmente.
Elegante e avvolgente la narrativa. Racconta vicende di donne che hanno segnato nella propria indipendenza, la cifra dei propri destini. In una trilogia melodica dedicata.

“Modesta”, ispirata dalla lettura del testo di Goliarda Sapienza, “L’arte della gioia”.
“Matilde”, il nome che titola il suo ultimo lavoro. L’omaggio alla protagonista raffigurata in un dipinto del suo papà, un grande artista figurativo. Una donna ripresa nella sua nudità, con lo sguardo rivolto al cielo. Un accenno di un sorriso in un gioco con un foulard, sventolato dal vento. Nella piena espressione della libertà. “Ho pensato volessi essere come lei. L’ho chiamata Matilde perché vuol dire forte guerriero”.
“Alfonsina”, la poetessa Storni, realmente esistita, nata in Svizzera nel 1892 e scomparsa suicida in Argentina, gettandosi nel Mar del Plata nel 1938.

Un brano a lei dedicato, nato come tango popolare. Fra l’altro ben noto al pubblico algherese per la splendida versione “Alfonsina y el mare” interpretata da Franca Masu.
Un omaggio anche alla Primavera, già inoltrata sull’isola, con il brano “21 Marzo”.
Non si conteranno gli applausi. Irrefrenabili anche durante l’esecuzione di alcuni incredibili solo di rara bellezza. Dove l’uso dello strumento è quasi un azzardo.
Nel virtuosismo indomito delle mani, capaci di realizzare alla chitarra arpeggi da brividi.
Claudio Vignali al piano realizza magie. Riesce a fondere in una indescrivibile contaminazione le musiche originali di John Coltrane con quelle di Lucio Battisti.
È quasi riduttivo pensare al perfetto interplay fra il duo musicale in ribalta.
L’uno è il complemento dell’altra. Un’estensione vicendevole in un’unica armonia sonora.
Un incanto.
Che si rinnova in ogni caso anche nelle esecuzioni per solo piano o solo chitarra.
Novanta minuti volano in espressioni libere negli orizzonti puliti della world music.
L’epilogo è dedicato a un’altra città del Sud del mondo, Salvador in Bahia.
Un luogo che ha rapito lo sguardo magnetico della singer quando vi ha suonato in un recente tour. Nasce “Samba de Salvador”, un felice melting pot sonoro.

Dove il jazz, la bossa nova, il funki neolatino convivono in una pace armonica e inclusiva.
Come riesce solo la Musica che realizza la coesione fra i popoli.
Il beneaugurante varo dell’ottava edizione di Jazzalguer, fissa il nuovo appuntamento ancora al Poco Loco, il prossimo trenta aprile.
La giornata internazionale del Jazz, patrimonio dell’UNESCO sin dal 2011, sarà celebrata, con la direzione dell’associazione Bayouclub, con l’Omaggio a Bud Powell, realizzato da Antonio Ciacca Trio.