“Conoscerlo ai seminari di Siena è stato riconoscere un Maestro più che un insegnante, chi ti guida in una via nuova da seguire. La sua musica esplora vie diverse sino a una visione che possiamo pensare spirituale.”
Salvatore Maltana condirettore artistico e conduttore delle serate algheresi di JazzAlguer, presenta nel modo più semplice e partecipato il protagonista del quarto appuntamento della seconda edizione JazzAlguer – Mùsica per tots, in programma in una gelida serata, frustrata dal vento grecale nell’ultimo sabato di febbraio. La location si presta a una nuova serata unica in quest’altrettanto speciale rassegna che attraversa nel corso di nove mesi tutte le stagioni dell’anno nella cifra musicale del grande Jazz internazionale.
La chiesa di San Francesco, nel cuore del centro storico algherese, pochi minuti dopo le ventuno è stipata nell’accogliere Stefano Battaglia.
Come ci ricorda il puntuale Riccardo Sgualdini, responsabile alla comunicazione del JazzAlguer con Gianpietro Giachery – “Stefano Battaglia nato a Milano nel 1965, è un pianista raffinato, con una propensione per la ricerca costante di dimensioni musicali e obiettivi sempre nuovi, dal suono profondo e, al tempo stesso, dotato di leggerezza, incisive vibrazioni e originalità. Forte di una solida preparazione musicale che l’ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito “classico”, conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all’attivo e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all’estero.”
Dopo una ricca e articolata produzione discografica con etichette prestigiose, che l’hanno portato sui palchi di tutto il mondo, negli ultimi anni è tornato all’interpretazione in piano solo, dove esplora idee e repertori sempre diversi per dare corpo e libertà alle proprie capacità espressive, da eccellente improvvisatore a tutto campo e colto compositore qual è.
Disposto a pochi metri dall’altare centrale il piano di Battaglia, inizia a vibrare un percorso che coinvolge tante voci e melodie composite che accompagnano gli spettatori in una atmosfera inedita e sublime. Si consumeranno oltre novanta minuti in un apparente monologo, dove le luci soffuse attenuano effluvi sonori, improvvisi e diversi.
Difficile e improprio descrivere generi e sensazioni di melodie che spaziano dalle fonti classiche e sinfoniche per visitare orizzonti progressivi che ricordano sonorità New Age sino ad approdi ampi e sperimentali, non limitati a standard consueti e tracciati.
Il risultato è un’opera armoniosa dove bellezza e immaginazione coniugano il senso acustico del pubblico, scaldato e rapito nel concerto del Maestro.
L’ovazione finale firma l’ennesimo evento da ricordare.
Il prossimo appuntamento con JazzAlguer è fissato il trenta marzo alle ventuno al teatro Civico.
Sul prestigioso palco si esibirà il trio della pianista Sade Mangiaracina