Papa Francesco soldato di Cristo in trincea.

Il Pontefice ha inaugurato la recita del Rosario comunitario nazionale promosso dalla CEI.   

 “Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio.”

Con queste semplici umane intenzioni Papa Francesco ha avviato l’iniziativa straordinaria promossa dai Vescovi italiani per unire la comunità dei credenti alla stessa ora (le 21.00 del 19 marzo) per la recita della preghiera del Rosario. L’invito a esprimere in un solo coro unanime l’antica preghiera della Chiesa Cattolica in suffragio di tutta la comunità italiana in queste ore di sofferenza per l’emergenza sanitaria che miete un numero impressionante di vittime, coincide con la ricorrenza dedicata a San Giuseppe.

La preghiera del Rosario è la preghiera degli umili e dei santi che, nei suoi misteri, con Maria contemplano la vita di Gesù, volto misericordioso del Padre. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere davvero consolati, di sentirci avvolti dalla sua presenza d’amore!” – ha detto il Pontefice –.

Ricordando la gravità di queste ore nelle intenzioni della sua orazione Francesco ha pregato:

”Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici, che sono in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità.”

Il “Rosario per L’Italia” è stato trasmesso da Tv2000 e distribuito anche attraverso i canali di Vatican Media. 

Una dei molteplici azioni messe in campo e volute in prima persona dal Santo Padre che coerentemente alle normative straordinarie disposte dal Governo Italiano ha raddoppiato gli sforzi compatibili con il suo vigore e gli strumenti mediatici per trasmettere la sua vicinanza ai fedeli, impossibilitati a praticare fisicamente i luoghi di culto con la fruizione dei sacramenti.

Soprattutto il desiderio di alimentare la fede nei credenti cristiani con il conforto potente della preghiera. Questo scenario contempla l’appuntamento mattutino con la celebrazione della santa messa trasmessa quotidianamente alle sette in diretta dalla Cappella della residenza papale di Santa Marta, grazie al collegamento in streaming curato dallo stesso network televisivo della CEI.

Probabilmente l’unica celebrazione eucaristica, in questa inedita Quaresima 2020 che precederà una versione altrettanto inedita (si spera unica) dei riti religiosi per la prossima Pasqua, capace di essere partecipata in video da centinaia di migliaia di fedeli e no.

Chiudiamo queste riflessioni evidenziando il profilo universale del messaggio di Papa Francesco. Evocato da molti osservatori, intellettuali e sociologi, laici o comunque non credenti.

Un apporto che, al netto del credo professato dal popolo ortodosso e/o devoto alla sequela del Cristo, incontra istanze convergenti sui temi primari della pietas umana.

Basti ricordare l’intenzione ultima espressa nella breve riflessione durante l’omelia del rito di questa mattina (leggi: https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2020/03/19/news/francesco-prega-per-i-detenuti-soffrono-tanto-per-l-incertezza-di-quello-che-accadra-in-carcere-1.38612271.)

Se l’intera comunità laica, politica, istituzionale e civica ribadisce lo sforzo di un comune intento per affrontare nella massima coesione possibile la straordinaria gravità contingente, è altresì auspicabile il singolo impegno che ciascuno possa assumere nella propria giornata quotidiana.

Se il Rosario per l’Italia di questa intensa serata nazionale possa aver coinvolto con le unanimi intenzioni, oltre l’ampia platea di fedeli, anche personaggi noti e politicamente impegnati, le tentazioni della polemica o della visibilità mediatica resteranno sopite e necessariamente dietro gli angoli.

Così come le grossolane comunicazioni assunte nei giorni scorsi da taluni pubblici amministratori, in evidente affanno, aggrappati a un’improbabile commistione fra devozione, digiuni quaresimali e ricercate azioni di responsabilità politica, potranno rapidamente estinguersi rispetto alle drammaticità emergenti.

 

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